Consigliere d’ eleganza

 

 

Master of Wardrobe

 
Il genovese Daniele Arcaio, più che un sarto tradizionale, è un consigliere dell’eleganza. ha clienti ai quattro angoli del mondo, che si affidano alle sue severe regole e alla sua cura dei dettagli per comporre ad hoc il proprio abbigliamento.

È un Mazarino del guardaroba Daniele Arcaio, severo, intransigente, poco incline a trasgredire le regole dell’eleganza maschile.
Grisaglie, gessati, flanelle, Galles, lini, cotoni, gabardine, cavallery hanno un ordine preciso nell’essere indossati, un obbligo di rispetto delle nuance dei colori, con l’impegno inderogabile a osservare le tinte che la stagione impone, l’alternarsi dei grigi da accostare ai colori del cielo e delle nuvole, le sfumature da fondere con l’intensificarsi delle cromie autunnali delle foglie degli alberi. Un Mazarino dell’ago e del filo addestrato alla più iconoclastica scuola sartoriale genovese, che vi scruta e v’interroga, osservando gli aplomb, il modo in cui vi fascia il capospalla o vi cade il pantalone, cercando di interpretare i reconditi luoghi del vostro spirito, delle esigenze nascoste del dandy che è in voi e che non osa manifestarsi, pronto ad accompagnarvi nel vostro e nel suo viaggio nell’eleganza. Un po’ veggente da dietro al suo tavolo-atelier che allestisce nei migliori alberghi d’Europa, un po’ scaramantico prestigiatore che estrae dalle sue numerose valigie capi di sublime fascinazione, tagli arditi di stoffe pregiate e introvabili, a stupimento di chi passa e di chi segretamente riceve, un po’ consigliere, un po’eminenza nascosta del futuro guardaroba. E non sono in pochi, notabili e uomini d’affari, ad affidargli le chiavi dell’armadio, perché lui lo analizzi, lo arricchisca, lo renda completo di ogni accostamento che il buon vestire predilige. Così, per venire incontro alle esigenze dei suoi clienti, Daniele Arcaio allestisce e ha allestito mensilmente un atelier itinerante in hotel di prestigio in Italia e in Europa dal Carlton Hotel Baglioni di Milano al Regina Hotel Baglioni di Roma, all’Excelsior di Rapallo, all’Auberge de la Maison di Courmayeur, fino al cuore di Kensington, Knightsbridge e Chelsea del Baglioni di Londra. Parte con le sue complesse parure di valigie e di scatole inderogabilmente tinta su tinta giallo pergamena firmate a grandi lettere d’altri tempi «Daniele Arcaio – Genova – Abiti Sartoriali» per iniziare il suo viaggio itinerante dell’eleganza che lo porta nei domicili privati dei suoi clienti, dove effettua le prove, consiglia, coordina, aggiunge capi mancanti, ordina gli spezzati di un guardaroba perfetto, nelle hall più prestigiose dove manager frettolosi e personaggi del bel mondo si affidano alle sue cure e alla sua sapienza sartoriale. Arcaio non tradisce le antiche leggi della sua Repubblica Marinara, è un consigliere dell’eleganza più che un sarto tradizionale, un navigatore del guardaroba, e ha clienti ai quattro angoli del mondo, tutti affidati alle sue severe regole e al suo stile, tutti curati nei minimi dettagli con una profonda radice e impronta genovese. Già, perché Daniele Arcaio è un prosecutore di scuola, perché la Superba, l’antica Repubblica di Genova, è infatti custode di una lunga tradizione sartoriale di eleganza e qualità fatta di discrezione e attenzione ai dettagli.

Gli abiti del maestro Arcaio sono caratterizzati da una costruzione unica e particolare definita Spalla Genova: ampiezza della spalla moderata, giro manica ben aderente, manica più affusolata e corta del normale. Il risultato di queste architetture nascoste, senza l’uso di imbottiture e guardoli di rinforzo è una figura aderente, quasi striminzita, come è nella migliore tradizione del bel vestire genovese che, senza nulla togliere al comfort, aggiunge quarti di nobiltà all’eleganza. «Nei miei vestiti, si materializza la voglia di distinguersi in un mondo ormai troppo omologato al cattivo gusto e all’ostentazione, dove la vera eleganza si è persa. I miei clienti amano il bello fatto bene, che si ritrova nella cura artigianale degli abiti da me fatti su misura e si ricollegano alle antiche scuole del ben vestire dove l’indossare un capo era più un piacere personale che un godimento esibizionistico.

Così, tra understatement e ostentazione, colloca il personalissimo gusto di piacere a se stessi, di godere del fatto di indossare un abito o una camicia fatti espressamente per chi li indosserà.
«Mi pongo come obiettivo di rispondere in modo personalizzato alle richieste del cliente individuandone il gusto e realizzando i suoi desideri, spesso non manifesti, per il migliore dei risultati».
Un po’ regista dello stile, un po’ materializzatore di sogni e aspettative, Arcaio impone da subito un suo ritmo codificato in anni di esperienza. Coglie difetti, affettazioni, prende misure scrupolose e segrete per i suoi tagli unici e personalissimi, nozioni da trasmettere ai suoi atelier, ai suoi seguaci dell’ago e del filo, ma anche del taglio più severo e accurato, che realizzeranno gli abiti che lui rifinirà, controllerà e firmerà.
Da quel momento il cliente verrà vezzeggiato e assecondato, coccolato e seguito, fino ai consigli più reconditi e nascosti che comprendono ogni attenzione alla cura del guardaroba, dalle scarpe alle cravatte, alle camicie, ma anche ai calzini e alla pochette da indossare o meno, agli accostamenti tra stoffe e disegni, alle nuance di colori da indossare a seconda dei giorni e delle circostanze, degli appuntamenti galanti o di lavoro, delle stagioni, dei Paesi e delle città che si visitano per affari o per piacere. Così, dopo esservi affidati alle attenzioni e ai consigli di Arcaio, potrebbe capitare anche a voi quello che accadde al nobiluomo napoletano con maggiordomo al seguito che, in visita a Londra, chiese al suo assistente di guardaroba di farsi un giro per la City per vedere come vestivano i londinesi e capire quali capi scegliere. «Gesù, signor principe», si sentì rispondere, «qui, vestito da vero inglese non ci siete che voi!».
Ai cultori del vero mondo sartoriale Arcaio dedica i suoi Appunti di stile o i Breviari d’eleganza e di conservazione di abiti e tessuti che, periodicamente, redige e invia ai suoi clienti, svelando segreti e formule. «Un buon abito si riconosce dal tessuto», spiega. «Sono sempre stato convinto di questo e da questo sono partito per il mio viaggio nel mondo dell’eleganza maschile.
Un percorso fatto di scelte personali, a volte controcorrente, ma sempre caratterizzato dall’altissima qualità. In questi anni ho trovato tanti compagni di viaggio che hanno condiviso le mie idee, dandomi fiducia e riconoscimenti. Per questo dedico molto tempo alla ricerca e alla selezione delle più prestigiose manifatture tessili in Italia e in Inghilterra scegliendo il meglio della produzione nelle più antiche tessiture. Impegno che trasferisco al lungo tempo dedicato con il cliente alla scelta del tessuto più adatto all’abito da realizzare».
Una scelta minuziosa che per Arcaio rappresenta un vero e proprio rito da compiere sulle bunch sartoriali o sulle pezze intere che espone nei suoi atelier itineranti. Ecco, allora, comparire tra le sue mani che accarezzano e soppesano le cimose di Drapers o di Holland&Sherry o ancora di Dormeuil, i lini nervosi tipici delle filature irlandesi, i gessati inglesi più tradizionali e inconfondibili, dove la riga sembra tracciata a mano col gesso dal sarto. Dopo un po’ il rito si trasforma in viaggio nel mondo dell’eleganza, dove il maestro genovese ci conduce con affabile scaramanzia: si approfondiscono gli stili, le scuole di taglio, da Napoli a Genova, a Londra, le storie e le leggende, i portamenti e le cadute di fianchi, giro spalle, pantaloni, risvolti, i segreti di rotazione (mai indossare più di due giorni, meglio uno, lo stesso abito), le cure da riservare ai tessuti, l’arieggio e l’esposizione notturna all’aria aperta. «Abito, camicia e cravatta devono amalgamarsi tra loro e parlare lo stesso linguaggio per esprimere lo stile della persona che li indossa», conclude Arcaio.
«La mia funzione si limita a quella di regista dello stile, di cui ciascuno ne è l’interprete principale. Per questo molti compagni di viaggio, in questo mio percorso dell’eleganza, mi affidano le chiavi del loro guardaroba personale per riorganizzarlo».
Ed è allora che il Mazarino dentro l’armadio manifesta tutta la sua magnificenza.
 

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